domenica 19 agosto 2012

Couch, Surfing, Hospitality and Humanity!

Similia cum Similibus!

Su e giù per la California, a spasso per questa terra straordinaria, altrettanto straordinariamente, veniamo prese di mira da un'umanità che non avremmo potuto immaginare o desiderare così grandiosa.


Che si tratti di essere le regine del couch di deliziosi sconosciuti o di farsi "avvolgere" nell'ospitalità calorosa, sensazionale, della famiglia Avolio - Boatwright, questo viaggio si merita una medaglia alla ritrovata umanità diffusa!



Non che in patria se ne incroci poca, ma in viaggio il tempo ha una posa diversa: incontri fugaci hanno l'inclinazione a diventare bagliori di luce che si imprimono nella memoria e gentilezze inattese a  "sconvolgere" i programmi di avventuriere viaggiatrici!


Così, capita che li dove saresti dovuta restare poco, inverti la rotta e decidi di posarti per un tempo indeterminabile, sufficiente per farti dimenticare (almeno per un po'!) le categorie del troppo e del poco!

Non so cosa resterà di questo viaggio...

e conosco una per una ogni resistenza e ogni diffidenza che lo accompagnava..

Tuttavia posso con certezza affermare che l'umanità  che accompagna questo nostro vagabondare per le strade della California ha già in parte cambiato la nostra prospettiva...


Avvolti in una spirale di vitalità e bellezza, sembra che la mia vita ha esattamente il valore che dovrebbe avere: è la nostra e ci calza a pennello!


Dedicato a tutti quelle e quelli che ci hanno accolte e trattenute un po' fra le braccia grandi di un'ospitalità genuina e grandiosa..


Ciro's Boat! E che vuoi da più da un Napo-bolognese di stanza da 20 anni a Los Angeles!
Io Mila e la Boat... Vita da corsari!
I and Mila before lunch!

Cate..Emerson and Emily - Happy Chinatown!






Shalla - chissà se si scrive così però suona come lo Scialla romano e in effetti lei se la "scialla" parecchio con i suoi due furetti in un loft nel downtown di LA!


C'è chi ci vive e c'è chi se la mette in casa come installazione!

A letto col furetto!




Harrison: tatuarsi le lascrime per non versarne di vere!
La zia stilista...Robin "strong" woman!

Belle da s-venice!



Grandma Rita...from "abruzi" con furore!

Go..go..fish!

Hammer Museum. Los Angeles Art. Now

Ramses: uno dei 5 cani di famiglia, per giorni pensavamo si chiamasse "renzi"! (stranezze dell'accento americano!) 
Teo...anche detto Tio!

Flore...Silver Lake...vegan burrito!



 Tanti fiori per la dolcissima padrona di casa...Renè...a cui va ogni nostro grazie!










lunedì 13 agosto 2012

The Big Big Big..Sur



Mentre scrivo siamo già nella città degli angeli da almeno 2 giorni (non so mai esattamente che giorno è e che ora è)  ma val la pena di ripescare dai ricordi recenti quei pensieri che fluivano naturalmente alla vista di un passaggio di terra e mare che difficilmente potremo dimenticare.

Per l'occasione la mia compagna di viaggio, mirabile scrittrice, mi presterà qualcuna delle sue emozioni e come una sonata a quattro mani proveremo a farvi rivivere questo viaggio incredibile attraverso il Big Sur e tutte le sua gradazioni di colori e natura.












Non c'è una strada che annunci il Big Sur. Non c'è una targa, un'insegna, o un locale come in Provenza, a Saint Paul de Vence dove andavano a rifugiarsi gli Impressionisti.

Qui c'è un'insenatura dopo l'altra, un'occasione persa e una trovata di raffigurare un paesaggio che si svela e si nasconde con la stessa naturalezza, con la stessa determinazione.

Anche la libreria dedicata a Henry Miller è un pretesto, l'omaggio a un grande scrittore che sì, ha vissuto lì ma non proprio lì, che forse in quel luogo ha messo appena piede perché prima era la casa del suo amico pittore Emil White, eppure c'è, persiste. 

Di miglia in miglia, si può scegliere se riempire di nuovo quei luoghi di altre persone, di beatnik, di quei quelli che furono, di quelli che andarono, oppure lasciare quei luoghi così, goderli per il loro silenzio e per un'assenza che oggi si può riempire anche solo di noi stesse, di quel che cerchiamo, di quel che amiamo o lasciamo andare in questo viaggio. 

A differenza che nel quartiere Haight a San Francisco, dove molto, se non tutto, sembra presentarsi per vendere ancora il sogno seventies per eccellenza di peace&love e fantasmi di janis and jimi, qui tutto si consuma nell'ombra di una bellezza che resiste al tempo e appare infine a chiunque. 

Eppure non ci sono le tappe scandite della strada appena precedente, la 17 miles, in cui le tappe panoramiche sembravano altrettante buche di golf: anche questa è fatta! 

Nel Big Sur no, ti fermi quando ti fermi, ti lasci andare quando ti lasci andare, ti calmi quando ti calmi, curva dopo curva. 









mercoledì 8 agosto 2012

SF is my skin!



SF is my skin!

Poche ora prima di ripartire verso Sud mi concedo di raccogliere qualche emozione..
Non è uno sforzo particolare: SF ne alimenta continuamente di nuove e io non ho affatto l’ansia di perderne qualcuna nel vento incessante della città bella!

Se vi capiterà, almeno una volta nella vita, di venire a San Franscisco, capirete quello di cui parlo..

Se invece non sarete mai così fortunati forse le parole potranno comunque delineare un'idea!

Qualunque sia il giro che si è scelto di fare, il più turistico, il più avanguardista, il più frikkettone, il più salutista: SF è comunque e sempre ognuna di queste cose insieme…

Come un’eccezione incastonata nella terra del consumism e del capitalism, dove la qualità sembra aver lasciato il posto alla grandezza (dello schermo HD), qui il fast è soppiantato dal “quality”!

A SF avrete tempo per ogni cosa…

Per mangiare, con cura, ciò che la terra e la baia sa ancora donare…

Per camminare, prendere un mezzo pubblico (inesistenti nel resto degli USA) o muoversi in bici…

Tempo per sperimentare nella stessa città almeno 5 microclimi diversi e una varietà di colori, odori, culture che solo qui diventano anche un po’ di te…della tua pelle!

Ma più d’ogni altra cosa, avrete il tempo per pensare,  per cogliere ogni goccia di vitalità e umanità che vi scorre in corpo.

Sarà merito dell'oceano e del vento, sarà merito dei bar sempre affollati di good vibrations, sarà merito del cibo organic o del fatto che non leggo i giornali italiani da giorni, ma questa energia senza eccezioni è come un fuoco incandescente di cui non ho paura.

Mi lascio attraversare da tutte le sonorità della mia umanità verso una dimensione di non luogo e di non tempo che sono un lusso che mi concedo pensando di meritarlo più che mai.

Qui dove i miei pensieri hanno un peso specifico perfetto...

Dove il sole è caldo quanto vorrei che fosse…

Dove le passioni si svestono del loro abito migliore e si accomodano in una posa leggera...

Qui dove il tempo si addomestica con molta facilità e ogni cosa sembra essere esattamente dove non importa che sia!

Proprio qui...dove vorrei essere...






















Per Vale e Cate:

Ho fatto tutto quello che “dovevo fare” escluso cibarmi di quell’insopportabile burrito al quale sempre preferirò la piadina romagnola!

Ho perfino percorso tutto il Golden Gate Park a piedi, lungo la Horse trail, avventurandomi specie dove campeggiavano strane scritte come “allert, in this area has been see a coyote!”.
Ogni cammino in questa città è stato rigorosamente accompagnato da una colonna sonora e da un cibo diverso.
La canzone ascoltata una quantità di volte senza pari è ovviamente Perfect Day..

because in SF every day is a perfect day!!









Ultima annotazione: mentre scrivo queste parole, sono seduta su una panchina di fronte all’oceano con una margherita all’orecchio sinistro e la maglietta di Elastico, avuta in dono dalle adorate ragazze:::

Una anziana signora coreana mi chiede se può fotografarmi perché sono  "very cool”…
e io mi concedo il sorriso di una donna che di strada ne ha fatta tanta...e ancora ne farà!





martedì 7 agosto 2012

Unexpected



Eraclito diceva: se non ti aspetti l'inaspettato, non lo incontrerai mai!

Ho deciso di dedicare una parte di questo racconto agli incontri, inattesi e interamente stupefacenti, che fin dall'inizio hanno accompagnato il nostro viaggio.

Non ho mai creduto o praticato l'arte del "destino" ma cedo molto più volentieri alla pratica dell'accoglienza. 

Perciò se capita un incontro inatteso, se questo incontro rivela strade sconosciute, mondi nuovi e interessanti, sguardi oltre l'ordinario: posso dirmi fortunata e perché no...anche un po' rapita! 

Agli incontri...quelli che in patria ricerco da tanto e talvolta con molto insuccesso mentre in terra lontana mi piombano addosso! 

Alla semplicità...che non è per niente la degradazione di un desiderio bensì un solco gentile nel quale posare il cuore e le membra senza il terrore di essere giudicati!



A Vanessa di cui già porto in ricordo gli occhi belli come un'altura in primavera e il sorriso che scalda l'aria attorno...che ho desiderio di rivedere nella sua e nella mia terra!









A Gaetano, anima gentile che si è lasciato travolgere dal ciclone delle nostre parole e ci ha ha regalato una Valley simpatica e anche un po' cantata!







A Jessy e Lu che ho incontrato nuovamente ma con anima e spirito nuovo e che spero di ospitare presto nella mia Bologna..




A quelli che verranno...inaspettatamente!

Variazioni sul tema!


Variazione è la riproposizione di un'idea che subisce una modifica, più o meno profonda, della sua forma originaria.
Dunque come una variazione su un tema ricorrente, l'ordinario mio scivolare per una vita intensa ma controllata, mi concedo lo stupore di una modifica: lenta, sottile, gentile....

La bellezza di un paesaggio, passaggio a est...

I colori vivi di un cielo che quasi puoi toccare con gli occhi...

Il caldo e poi la frescura e poi ancora il caldo  dell'indeterminabile clima californiano...

La parola abitudine che per un attimo abbandona il mio vocabolario visivo!

Con queste immagini...ricomincia il viaggio: l'occhio non mente

Godetevi il cammino..with me!







YOSEMITE (GIGANT) PARK!



Dalla Valle...sentendoti piccola piccola!








Il Cielo dello Yosemite: da qualunque punto di vista è un viaggio mistico…


Che siate in fondo alla valle, fra cervi, cerbiatti e perfino orsi “gentili” abituati all’umana pedanteria; oppure su in alto, nel punto più alto della Sierra Nevada, quel cielo vi sarà entrato in circolo e, come la più desiderabile delle sostanze benefiche, vi ritroverete a chiederne ancora!









IL SENTIERO: METAFORE

Premessa:

Ogni camminatore sa che un sentiero è come una metafora dai significati e dagli usi plurimi.
Prima di tutto è la metafora della "norma". 
Battere la via marcata dagli altri e non uscire dal suo steccato assume molteplici significati, il più sostanziale di essi: se esci fuori dal sentiero sei in pericolo!
La stessa cosa avviene in montagna, con la sola eccezione che il pericolo che corri in questo caso è un tantino più immediato!
Dunque, camminatori esperti o camminatori improvvisati: se decidete di uscire dal cammino assicuratevi almeno di avere con voi acqua sufficiente!
Non fate come la sottoscritta che abbandona il sentiero provvista solo dell'incoscienza di chi ha fame di una solitudine “estrema” (nel senso letterale!).


Perché la pace che si trova in quella solitudine ha il viso indomito di una creatura bellissima...

La resistenza e il pericolo non sono una prova, bensì un tassello della vitalità!

Dunque a quella mente eccelsa che giusto stamane mi suggeriva di "non esagerare" con le prove: ammetto di aver un tantino esagerato...in un eccesso di vita però!

Eccomi sola e paonazza lungo il sentiero!


I SENTIERI INVERSI

Tornando ai sentieri e alle metafore: normalmente un sentiero di montagna parte dal basso e  lungo la dorsale ti conduce in alto all'obiettivo.
Si perché ogni camminatore sa che senza obiettivo non c'è cammino...
non perché non possa esistere (anzi, l'esatto contrario) ma perché senza una meta il cammino è svuotato di una parte del suo significato: l'ambizione di un desiderio.
Perciò partendo dal basso pian piano risali la fatica, immaginando che la destinazione che ti attende ripagherà in parte gli sforzi.
I camminatori più esperti sanno già che talvolta la poesia è in gran parte nel cammino e non nell'arrivo...ma va da se che le eccezioni sono sempre ben accette!








Non posso non completare questa forse fin troppo lunga dissertazione sui sentieri precisando che nello Yosemite park molti di questi sono appunto “inversi” ovvero dal punto più alto scendono a valle fino a giungere in luoghi incantati. 
L’unica nota dolente è dunque la risalita che proprio perché successiva alla discesa è spiazzante quanto faticosa il triplo!
Ma sentirsi sul punto più alto, perfino più alto della propria immaginazione,
dominare una vista monumentale sulla Sierra Nevada, val ben la pena di un po' di fatica!